A partire dal 1 luglio il limite per il pagamento in contanti passa da 3000 a 2000 euro.

Il decreto fiscale del 2019 che lo ha istituito ha previsto anche che questo limite passerà a 1000 euro a partire da gennaio 2022.

Questo provvedimento è finalizzato alla lotta all’evasione fiscale.

Ma praticamente, vi chiederete, quali sono gli effetti sulla nostra vita quotidiana?

Faccio subito un esempio per chiarire il concetto: facciamo il caso che io voglia acquistare un viaggio alle Bermuda che costa 2700 euro. Con la legge precedente potevo tranquillamente pagare il viaggio in contanti, dal primo luglio dovrò necessariamente pagare con un sistema cosiddetto tracciabile, assegno, bonifico, carta di credito o bancomat.

Occhio!! Non posso frazionare il pagamento per aggirare la legge: se un bene o servizio costa ad esempio 4000 euro, posso pagare in contanti l’acconto (purchè di importo inferiore a 2000 euro ma il saldo lo devo necessariamente pagare con un metodo tracciabile.

Anche i pagamenti tra privati cittadini sono soggetti allo stesso limite.

Attenzione!!! Le sanzioni, nel caso di mancato rispetto di questo limite sono molto salate: si va da un minimo di 2000 ad un massimo di 50000 euro. 

Molti di voi si chiederanno ma io posso prelevare in contanti somme superiori a questo limite? La risposta è si in quanto non c’è un trasferimento ad un altro soggetto.

Lo stesso provvedimento citato, allo scopo di favorire i sistemi di pagamento con moneta elettronica (carte di credito o bancomat), ha previsto, per i professionisti con ricavi inferiori a 400.000 euro, un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni pagate a fronte di incassi mediante pos. Vi ricordo infatti che quando paghiamo qualcosa con una carta di credito o un bancomat, mentre il consumatore non paga commissioni, chi invece riceve il pagamento (professionista o commerciante) paga una commissione sull’importo incassato.

 

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