In questa puntata di Perle di Management ci soffermeremo sulle nuove tecniche di gestione del personale, evidenziando quanto queste siano lontane dai vecchi schemi del passato.

Oggi, rimando sempre in tema, approfondiamo i vari modi di di interpretare la leadership evidenziandone gli aspetti positivi e negativi.

Partirei da una definizione che io giudico molto di moda in questi tempi:

“..leader è qualcuno che ha dei follower” che tradotto in un concetto più vicino alle   logiche aziendali possiamo tradurre in “il leader è colui che sa condurre delle persone verso una meta”

Ma ora spostiamo il nostro punto di vista e mettiamoci dalla parte dei collaboratori e facciamoci una domanda: perché seguiamo il leader?

Le risposte possono essere molteplici:

  • Perché ci obbliga
  • Perché ci da qualcosa in cambio
  • Perché sa dove andare e cosa fare
  • Perché lo ammiriamo

Se ci riflettete un po’, queste risposte ci portano a due concetti chiave del rapporto tra leadership e potere:

la leadership autoritaria che si basa sul potere riconosciuto al capo di prendere decisioni e di distribuire premi e punizioni. Il richiamo evidente è alle prime due risposte;

la leadership autorevole che si basa sulla condivisione degli scopi, delle logiche e delle decisioni del capo. E’ chiaro l riferimento alle ultime due risposte.

Fatte queste premesse, la domanda che viene spontanea è: qual è lo stile di leadership ottimale?

In realtà non esiste uno stile giusto sbagliato: i capi che ottengono risultati sono quelli che scelgono lo stile più adatto in funzione delle situazioni e, attenzione, i manger più efficaci sono quelli che sanno combinare più stili di leadership utilizzando abilmente le varie modalità in funzione del contesto in cui operano.

Facciamo un esempio per chiarire quanto ho detto finora:

se mi trovo a gestire una start-up, ho bisogno di presentarmi;

  • Autorevole, devo dare l’impressione di avere una “visione” e di avere ben chiaro il traguardo;
  • Partecipativo, ho bisogno del contributo di tutti per sviluppare le idee e risolvere i problemi;

Se invece devo affrontare una situazione di “normalità” devo mostrarmi:

  • Coaching, per far crescere i collaboratori che aumentano qualitativamente le loro performance facendo progredire l’azienda;
  • Partecipativo, devo prendere tutti gli spunti e le idee dei miei collaboratori per far crescere la squadra
  • Autorevole, per focalizzare l’obiettivo.

Voglio chiudere con una citazione di un famoso psicologo, scrittore, giornalista americano che esprime anche la mia idea di leadership:

“Nella realtà quotidiana nessuna intelligenza è più importante di quella interpersonale”

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