Dalle truffe sugli aiuti Covid, all’illecita cessione di crediti d’imposta fittizi. Da Nord a Sud si moltiplicano i fascicoli in corso di istruzione nelle procure italiane: procedimenti che stanno svelando l’esistenza di «sistemi» criminali ben pianificati.
Stando agli ultimi dati disponibili, la speculazione sull’onda della crisi pandemica vale oltre €8,3 mld. Di questi, quasi €6 mld sono legati agli aiuti per garantire liquidità alle imprese italiane.
L’alert scatta con le anomalie nelle autocertificazioni. Il documento ha uno scopo: snellire le procedure, tuttavia, sta diventando strumento per «comportamenti fraudolenti dei richiedenti», con l’alterazione e la falsificazione di dati.
Nelle ultime settimane risulta una accelerazione sul fronte delle indagini per frode sui bonus edilizi. Ciò che emerge è una anomala circolarità di fatture false che finiscono in una «girandola» di cessioni, con l’evidente scopo di celarne l’origine illecita.
Stando ai capi d’imputazione, ai professionisti che hanno inserito nella Piattaforma i crediti d’imposta fittizi è contestato l’articolo 8 del Dlgs 74/2000, ossia la falsa fatturazione. Capitolo a parte merita il rischio che siano utilizzati capitali di origine mafiosa per comprare crediti di imposta anche regolari. In questo caso l’acquisto dei crediti è finalizzato al riciclo di denaro sporco.