Oggi vi parlerò di un tema di cui si parla molto in questo periodo: il cosiddetto “Cuneo Fiscale”.

Intanto vediamo di capire il significato di questo termine.

Per cuneo fiscale si intende la differenza tra il costo effettivo per l’azienda di un dipendente e quanto effettivamente finisce nelle sue tasche.

Detto in altri termini, è la somma di tutte le imposte, dirette, indirette e contributi previdenziali che pesano sui lavoratori e sulle imprese.

Pensate che, secondo le ultime rilevazioni, la somma di tutti questi carichi fiscali e previdenziali porta ad una percentuale impressionante di quasi il 50%. 

Detto in altre parole, su 100 euro di costo complessivo pagato dalle aziende, solo poco più di 50 euro finiscono nelle tasche di un lavoratore dipendente, lavoratore autonomo o libero professionista.

Per quelli che sono affezionati alle formule, il cuneo fiscale lo possiamo definire come il rapporto tra tutte le imposte e i contributi che gravano sul lavoro e il costo del lavoro complessivo.

Già in passato, il governo è intervenuto per apportare dei correttivi a questa situazione: il governo Renzi intervenne con i famosi 80 euro che si sono rivelati inefficaci rispetto ad un taglio molto più netto a vantaggio sia delle imprese che dei lavoratori.

Come sapete, l’attuale governo ha tra i suoi principali obiettivi proprio un intervento su questa materia: stando a quanto stabilito nella Legge di Bilancio 2020, a partire da luglio 2020, ci sarà un taglio di ca 500 euro che dovrebbero diventare 1000 nel 2021, un importo che sembra minimo ma che almeno può essere considerato l’avvio di un intervento nella giusta direzione. 

Bene, grazie a tutti per l’attenzione, la mia prossima perla la dedicherò al cosiddetto commercio digitale o elettronico.

 

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