In Italia le chiamano “obbligazioni verdi” ma sono conosciuti da tutti come Green Bond.
I Green Bond sono strumenti finanziari innovativi che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi. Sono di fatto obbligazioni come le altre, legati però, come il nome suggerisce, a progetti e iniziative economiche con un impatto positivo per l’ambiente e alla riduzione della produzione di agenti inquinanti. Permettono di finanziare una serie di attività di sostenibilità ambientale, come il trattamento dei rifiuti e dell’acqua, iniziative legate alla prevenzione dell’inquinamento o anche trasporti che sfruttano fonti di energia pulita.
Il primo Green Bond è stato emesso dalla Banca europea degli investimenti (Bei), il 4 luglio 2007. Ad inventarlo è stato l’italiano Aldo Romani, capo del funding sostenibilità della Bei. L’idea ha avuto un grande successo: oggi sono quasi 895 i miliardi di dollari investiti in Green Bond.

Di recente la Commissione Europea ha enfatizzato le potenzialità dei Green Bond, presentando un pacchetto di misure chiamato “Energia pulita per tutti gli europei“, secondo cui dal 2021 è necessario un supplemento di € 177mld all’anno destinati agli obiettivi 2030 su clima ed energia.
Di recente una spinta a questo mercato è stata data dalla CoP 21 di Parigi, che nel 2015 ha negoziato un accordo globale sulla riduzione dei cambiamenti climatici.

Attualmente non esiste uno standard per certificare come “green” una obbligazione. L’International Capital Market Association (ICMA) ha tuttavia deciso di emanare delle linee che identificano le quattro caratteristiche dei Green Bond, chiamati Green Bond Principles:

  • Deve essere identificata la destinazione dei proventi frutto dell’emissione, che dovranno essere vincolati al progetto selezionato.
  • I soldi devono essere vincolati a un conto corrente o trasferiti in un portafoglio connesso all’emittente
  • Deve essere realizzata, almeno una volta all’anno, una rendicontazione completa dell’utilizzo dei proventi.
  • Deve essere presente una “second opinion”, un revisore esterno all’azienda predisposto a certificare documenti e obiettivi.

I termini Green Bond e rendimento sono solitamente una coppia inseparabile, partecipare con il proprio capitale ad iniziative del genere può essere considerato un valido investimento anche dal punto di vista sociale
A prescindere dall’aspetto etico, comunque non si deve mai dimenticare che i Green Bond sono dei prestiti obbligazionari societari, dunque è sempre consigliabile verificare le condizioni finanziarie dell’emittente.

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