Comincerei con la definizione di tasso di interesse che rappresenta il cosiddetto guadagno che solitamente spetta al prestatore di danaro.

Finora abbiamo conosciuto solo tassi positivi, nel senso che solitamente chi presta una certa somma ha sempre ottenuto alla scadenza una somma maggiorata degli interessi. Questo valeva anche quando depositavo una certa somma in banca che, in pratica, significa prestare soldi alla banca.

Oggi però le cose sono cambiate. Vediamo come e soprattutto perché.

Già da qualche anno, la BCE (Banca Centrale Europea) ha deciso di applicare tassi negativi (circa lo 0,50%) sui depositi delle banche europee. Questo vuol dire che dopo un anno le banche, a fronte di un deposito di 1000 euro, se ne vedono restituire 995.

Ovviamente questa decisione influenza il livello dei tassi in generale e di quelli interbancari in particolare cioè i tassi ai quali si prestano il denaro le banche tra di loro. Tra questi sicuramente il più importante è l’euribor, parametro largamente utilizzato per i mutui ipotecari a tasso variabile.

Ma perché la BCE ha deciso di applicare questa misura così poco convenzionale?

L’adozione di tassi negativi è una misura di politica monetaria tipica dei periodi economici caratterizzati da bassa crescita. E’ considerata una misura cosiddetta espansiva: è una spinta alle banche a non lasciare depositati i soldi e prestarli invece ai propri clienti. Inoltre, poiché come abbiamo detto, i tassi negativi influenzano il livello generale dei tassi, si ha un ulteriore duplice effetto: i privati sono spinti a consumare di più non ricevendo remunerazione adeguata dal risparmio e le imprese, per lo stesso motivo, sono più portate ad investire e possono farlo finanziandosi a tassi molto bassi.

Uno degli effetti più vistosi è dato dal livello dei tassi  indicizzati all’euribor che non sono mai stati così bassi.

Ma ci sono solo effetti positivi?

La risposta è no. Un primo aspetto negativo lo si intuisce da quello che ho detto finora: mi riferisco alla perdita di redditività di tutti i cosiddetti depositanti incalliti (sono migliaia di miliardi gli euro depositati in Italia sui conti correnti).

L’altro aspetto negativo è dato dall’impatto dei tassi negativi sulla redditività delle banche che, a lungo andare, potrebbero portare addirittura ad una contrazione dei prestiti alla clientela cioè esattamente il contrario che questa misura vuole favorire.

Qualche segnale lo abbiamo avuto in questi giorni: la stampa ha infatti dato molta evidenza alla dichiarazione del CEO di Unicredit che ha dichiarato che dal prossimo anno applicherà tassi negativi su tutti i depositi di importo superiore a 1.000.000 di euro.

E allo chiediamoci: e se questo fosse solo l’inizio?

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