Proprio attraverso questa rubrica che settimanalmente dedico a tutti gli amici che mi seguono ho parlato più volte di quanto sia importante, parlando di rating che le banche assegnano alle imprese, la cosiddetta “gestione andamentale”.

Mi sono soffermato, in particolare, sul comportamento che l’impresa deve tenere nei confronti di tutti i soggetti con i quali intrattiene rapporti.

E’ quella che definiamo analisi comportamentale dell’impresa (pesa tra il 40 e il 65% nella determinazione del rating). Si tratta di informazioni di estrema importanza per la banca che riguardano l’andamento del rapporto, la regolarità dei pagamenti, il grado di utilizzo dei fidi e i segnali che possono evidenziare possibili fattori di rischio (ad esempio sconfinamenti non autorizzati, assegni o effetti insoluti, rate di finanziamento impagate). 

Queste informazioni la banca le ottiene utilizzando la centrale rischi, la CRIF e Cerved.

Come vedremo oggi, con le nuove regole previste per la definizione “a default” di un’impresa, l’andamento del rapporto e in particolare l’utilizzo dei fidi, possono compromettere l’intero rapporto con il sistema bancario.

Ma vediamo di cosa si tratta.

Con le nuove norme, già adottate da alcuni istituti di credito, una banca o un intermediario finanziario dovranno considerare inadempiente un’impresa che presenta uno sconfinamento o una rata  arretrata da più di 90 giorni nei seguenti casi:

  • Imprese fino a 5milioni di fatturato ed esposizione fino a 1milione: se lo sconfino è almeno pari all’1% dell’esposizione verso la banca e sia superiore a 100 euro;
  • Altre imprese: sempre 1% delle esposizioni e minimo 500 euro.

Facciamo un esempio di una impresa di piccole dimensioni con un fido di 10.000 euro di cassa. Basterà che l’impresa presenti per più di 90 giorni uno sconfinamento anche solo di 100 euro per essere considerata inadempiente.

Vi ricordo che in questi casi la banca è autorizzata ad avviare azioni nei confronti dell’impresa.

Per ritornare “in bonis” l’azienda dovrà ripianare lo sconfinamento e, solo dopo 90 giorni, uscirà dallo stato di inadempienza.

È fondamentale quindi onorare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente e di rispettare il piano di rimborso dei propri debiti non trascurando anche importi di modesta entità, al fine di evitare la classificazione a default che, vi ricordo, attraverso la Centrale Rischi di Banca d’Italia, viene comunicata a tutte le banche con le quali l’impresa intrattiene rapporti.

Quindi in gioco non c’è solo il rating ma, probabilmente, la stessa sopravvivenza dell’impresa. 

Come sempre, chi volesse approfondire questa tematica o quella del rating, Mediaone è a disposizione.

 

Il video sarà trasmesso oggi alle 18.30 sui nostri social.

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