Hai avuto una nuova idea di business e la banca o gli investitori, prima di prestarti i soldi, ti hanno chiesto di vedere il tuo Business Plan?
E’ normale, pensaci: tu presteresti i TUOI soldi a qualcuno (che magari nemmeno conosci) senza sapere con esattezza cosa ci deve fare?

La Banca no… non lo fa!
La banca vuole sapere per filo e per segno a cosa ti serve ogni singolo euro e quindi ti chiede di scrivere il Business Plan!
La stessa cosa vale anche se vai a chiedere i soldi a qualche finanziatore privato oppure se ti rivolgi allo Stato o alla Regione Puglia per partecipare ad un bando che ti serve per ottenere un finanziamento pubblico.

Devi sapere quindi che un Business Plan, nella stragrande maggioranza dei casi, serve proprio per farsi dare i soldi da una banca, dallo Stato, da  un amico, da un parente o da qualcuno che crede in te e nella tua idea.
Quello che voglio dirti è che CHIUNQUE, prima di darti soldi, vuole  sapere un po’ di cose su di te, sulla tua idea e, soprattutto, sulla capacità che avrai di restituirgli i soldi che ti ha dato. E’ come se io venissi a
chiedere i soldi a te: prima di darmeli, non vorresti avere qualche informazione su di me, sulla mia idea e, soprattutto, sulla capacità che avrò di restituirteli? Io credo proprio di si…

Praticamente, il business plan è una specie di passpartout che serve per farti arrivare i soldi che ti servono per realizzare la tua idea.
Se fai male il business plan, puoi dire “addio” ai soldi che ti servono per realizzare la tua idea. Di conseguenza, puoi dire “addio” anche alla tua idea!

Ai fini della redazione del business plan occorre prevedere due parti: una qualitativa o descrittiva e l’altra quantitativa o numerica, sia storica che prospettica.
Nessuna di queste due parti informative viene considerata decisiva se presa da sola (a meno che non si sia in presenza di eventi molto negativi), ma tutte insieme contribuiscono a valutare l’impresa e la sua idea.

Informazioni anagrafiche e qualitative
L’età dell’impresa, la forma societaria, il settore di appartenenza, sono alcune delle informazioni anagrafiche che vengono valutate per stimare il rischio della tua azienda. Ad esempio un’azienda appena nata può essere più rischiosa di una che opera da molti anni e, in genere, ha bisogno di finanziare il proprio sviluppo con una adeguata quantità di capitale di rischio, piuttosto che esclusivamente o prevalentemente con il debito. Le aziende molto giovani non sono escluse a priori dai finanziamenti, ma la valutazione prende in considerazione se e quanto il rischio è mitigato da altri fattori.

L’esperienza delle persone che gestiscono l’azienda è importante, si valuta anche da quanti anni i dirigenti e i fondatori della tua azienda operano nel settore o in settori simili, viene preso in considerazione la reputazione dell’azienda quale appare dalla stampa e dalla rete, si prendono in considerazione i cosiddetti “asset intangibili” quali domini, software o marchi. Si raccolgono queste informazioni dalla Camera di Commercio e da internet, visitando il sito della tua azienda o le pagine della tua azienda e del management sui social network.

Informazioni quantitative sia storiche che prospettiche di performance e andamentali.
Le performance industriali e finanziarie della tua azienda sono importanti. Occorre approfondire la storia della crescita della tua azienda, la capacità di generare margini, le fonti di finanziamento e il livello di indebitamento. Un’azienda sana è in grado di generare margini, si finanzia con mix equilibrato di capitale proprio e debito, pianifica le proprie necessità finanziarie in modo da poter far fronte ad eventuali difficoltà.

Per ottenere queste informazioni, oltre ai bilanci, occorre approfondire la situazione dell’impresa in Centrale dei Rischi e, se necessario, analizzare la situazione dei conti correnti. La Centrale dei Rischi e il conto corrente sono in grado di offrire una situazione aggiornata della performance finanziaria dell’azienda e di aumentare la precisione delle analisi.

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