Lo spostamento delle rotte logistiche marittime in seguito alla guerra in Ucraina ridà centralità al Mediterraneo, ci sono €10 mld di fondi da investire. I progressi delle Zes del Mezzogiorno e delle Zls del Centro-Nord sono segnali per il rilancio del Paese con il Progetto Mare lanciato da Confindustria.

«Le nuove condizioni geoeconomiche – dice il vicepresidente di Confindustria, Vito Grassi – confermano la valenza strategica del Progetto Mare e esaltano il ruolo protafonista del Mezzogiorno. Oggi più che mai è chiaro a tutti che il Paese cresce solo se il Mezzogiorno cresce: serve rendere immediatamente operative le Zes.
(…) Servono progetti concreti per portare i nostri territori nel cuore dell’Europa: interconnettere meglio le città (anche al proprio interno), digitalizzare rapidamente i porti e il trasporto, come prevede il Pnrr. In Europa l’asse Palermo-Berlino esiste già da tempo e ci chiedono di attuarlo senza perderne altro. Semmai la battaglia da fare è quella di una progettazione integrata che consenta di utilizzare i fondi Ue per infrastrutturare il territorio superando anche il divieto di finanziamento delle strade: questo è possibile se le infrastrutture stradali sono parte di un sistema integrato, appunto, e portano traffico alla ferrovia in zone dove non si può arrivare altrimenti».

Il progetto fa perno su un’economia dai numeri sorprendenti: la quota italiana rispetto ai 27 Paesi dell’UE è del 12%. È un progetto nazionale, ma al Sud ci si gioca tutto: «Il Mezzogiorno – aggiunge Grassi – rappresenta un terzo dell’economia del mare italiana. Inoltre il tasso di natalità delle imprese più alto». L’obiettivo è arrivare al traguardo per cui le Zes sono nate: renderle effettivamente attrattive per gli investimenti delle imprese, italiane ed estere. (…) È stata concordata una stretta collaborazione tra i singoli commissari e le Confindustrie regionali – dice Grassi – per accelerare e migliorare l’operatività delle Zes»

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