La Commissione europea ha versato € 24,9 mld all’Italia, come anticipo del 13% sui 191,5 mld del Recovery fund, fino al 2026. €8,957 mld sono a fondo perduto e € 15,937 mld di prestiti. Il bonifico è giunto prima del termine ultimo. Il regolamento UE 2021/241 che disciplina il Recovery and Resilience Facility, prevede che entro due mesi dalla sottoscrizione dell’accordo la Commissione procede al pagamento del prefinanziamento.

In base al regolamento UE 2021/241 lo Stato può chiedere una tranche due volte l’anno. È probabile che la richiesta della nuova tranche sarà avanzata dal governo in autunno.
Questa richiesta deve essere “debitamente motivata” e presuppone il raggiungimento degli obiettivi concordati e indicati nel PNRR, obiettivi il cui stato di avanzamento è controllato dalla Commissione Europea ogni due mesi.

  • Il risultato della verifica può avere due esiti:
    La valutazione della Commissione ha esito positivo: la Commissione trasmette le proprie conclusioni al Comitato economico e finanziario e adotta una decisione che autorizza l’erogazione dei fondi.
  • La valutazione della Commissione ha esito negativo:
    Il pagamento viene sospeso fin quando lo Stato interessato adotti le “misure necessarie per garantire un conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi” come indicato nel regolamento. Se lo Stato non si mobilita, entro sei mesi la Commissione potrebbe disporre la riduzione proporzionale del contributo finanziario, mentre dopo 18 mesi è prevista la possibilità di disimpegnare l’importo (anche eventuali prefinanziamenti sarebbero integralmente recuperati). È comunque possibile presentare osservazioni.

È inoltre previsto che in circostanze eccezionali la decisione dell’erogazione del contributo finanziario possa essere rinviata fino a tre mesi. Si fa riferimento alla “procedura del freno d’emergenza”, concordata in sede di Consiglio ma non codificata nel regolamento: qualora uno o più Stati membri ritengano che vi siano stati seri scostamenti dall’adempimento degli obiettivi, si potrebbe richiedere di deferire la questione al successivo Consiglio europeo. Nessuna decisione potrà essere assunta finché il Consiglio europeo o l’Ecofin non abbiano discusso la questione.

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