I Numeri incoraggianti della ripresa del tessile-moda facevano prevedere un ritorno ai livelli pre-Covid già all’inizio del 2022, ma ora pesano i rincari delle materie prime, che penalizzano direttamente la parte manifatturiera.
L’indice sintetico dettagliato ieri da Sistema moda Italia (SMI) per agosto mostra una crescita del 35,2% rispetto allo stesso mese del 2020.

Tra le materie prime in crescita ci sono:

  • Il cotone, cresciuto del 31,2%;
  • Le fibre sintetiche, aumentate del 51,6%;
  • Le fibre artificiali, salite del 19,3%,
  • La seta, aumentata del 30%.

A peggiorare la situazione sono anche i rincari di prodotti chimici molto utilizzati lungo la filiera del tessile, come l’acido acetico glaciale, cresciuto di quasi il 300%.

Marino Vago, presidente di SMI, si esprime e commenta la situazione: “I rincari pesano anzitutto sul cosiddetto monte della filiera, che in questi anni sta affrontando le maggiori difficoltà tra blocchi e aumenti che riguardano tutte le materie prime, le sostanze chimiche e i servizi di logistica. La filiera del tessile-moda-accessorio deve essere compatta nell’affrontare questi problemi e i costi dovranno inevitabilmente essere spalmati dal monte al valle della nostra produzione, per la tenuta dell’unicità del made in Italy.“.

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