La direzione centrale dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che si possono rivalutare marchi e know how i cui costi siano transitati esclusivamente a conto economico e non solo quelli espressi nell’attivo di bilancio: definitivamente, adesso ha ancora più senso registrare un marchio e tutelare la propria azienda.

L’articolo 110 del Dl 104/2020 prevede la possibilità di rivalutare asset aziendali, anche immateriali, sul piano civilistico, ottenendo anche un riconoscimento fiscale, previo versamento di una imposta sostitutiva del 3 per cento.
Il 30 marzo 2021 il ministero dell’Economia e delle finanze confermava la possibilità di rivalutare un marchio d’impresa giuridicamente tutelato i cui costi, anche solo di registrazione e/o manutenzione, fossero stati iscritti nell’ATTIVO del bilancio, e questo si poneva in linea di continuità con quanto già in precedenza affermato dalla giurisprudenza.

Pacifica e chiara quindi la possibilità di rivalutare i marchi espressi in bilancio nell’attivo dello stato patrimoniale.

Diverso è il discorso per i marchi i cui costi sono stati spesati a conto economico e, quindi, MAI oggetto di capitalizzazione.
Qui è sopraggiunto l’intervento della direzione centrale dell’agenzia delle Entrate, la quale, con una risposta tecnicamente ineccepibile, chiarisce che tale rivalutazione potrà assumere anche rilevanza fiscale, previo pagamento dell’imposta sostitutiva.

L’Agenzia, ricordando che la rivalutazione nasce dalla esigenza civilistica di derogare al criterio del costo per rafforzare patrimonialmente le imprese italiane, fa perno sui chiarimenti del documento OIC n. 7, evidenziando che sarebbe ingiustificato distinguere le imprese che hanno proceduto a iscrivere a conto economico i costi di registrazione del marchio da quelle che, diversamente, hanno proceduto a capitalizzare tali oneri.

Resta al momento ancora in fase di adeguamento parte della legislazione, ma traspare già chiara la ratio normativa, ovvero partire dalla comprensione della reale utilità che questa norma ha su un piano generale di politica economica. Rivalutare marchi e know how equivale a proteggere le imprese da attacchi di grandi gruppi stranieri che intendano fare acquisti di marchi in Italia a costi da svendita.

Per noi resta il concetto di massima importanza di protezione del marchio e del know how, che oggi a maggior ragione deve essere tutelato, sia per potenziare rating e valore dell’azienda, sia potendo usufruire di quanto appena detto.

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